Torniamo indietro al gennaio 2016, per l’esattezza al 10 gennaio: Maria Elena Boschi, allora ministro nel governo Renzi, appena sopravvissuta alla mozione di sfiducia presentata nel dicembre 2015 dal MoVimento 5 Stelle, rilasciò un’intervista a Maria Teresa Meli [non esattamente il più feroce dei cani da guardia di Via Solferino] sul Corriere della Sera.
Nel leggerla allora rimasi piuttosto sorpreso per il fatto che il ministro Boschi, oltre a difendersi sulla questione generale del salvataggio in extremis della familiarmente connessa Banca Etruria (suo padre Pierluigi ne fu per lungo tempo consigliere d’amministrazione e poi vicepresidente), entrò nel merito delle soluzioni proposte nel passato per mettere in sicurezza la banca, e in particolare sull’aggregazione con Banca Popolare di Vicenza caldeggiata dalla stessa Banca d’Italia (qui un bel pezzo di Alessandro d’Amato sulla questione). In particolare il ministro Boschi entrò a gamba tesa sul tema con queste parole:
“[…] Se la cosa non fosse così seria, mi farebbe anche sorridere il fatto che alcuni autorevoli esponenti oggi prendano determinate posizioni, pur sapendo che sono le stesse persone che un anno fa suggerivano a Banca Etruria un’operazione di aggregazione con la Banca Popolare di Vicenza. Se fosse stata fatta quell’operazione credo che oggi avrebbero avuto un danno enorme i correntisti veneti e quelli toscani. […]”
Ho scarsissima simpatia politica per Maria Elena Boschi, ma capisco pure che non sia facile trattenersi dal fare dichiarazioni esplicite su una questione che ha anche risvolti familiari difficili. Tuttavia, trovai allora estremamente negativo -e lo penso tuttora- che un membro del governo, a mio parere in palese conflitto di interessi su Banca Etruria, desse la propria opinione su soluzioni buone e cattive per la banca stessa.
Nell’intervista si parla di soluzione cattiva -e forse pure a ragione- ma oggi si può anche dare una lettura diversa a quell’esternazione, dopo l’uscita del libro di Ferruccio de Bortoli “Poteri forti (o quasi)”. Sotto questo profilo qualcuno dovrebbe chiedere al sottosegretario Boschi se quell’accenno per nulla velato alla Popolare di Vicenza come soluzione cattiva per Banca Etruria si abbinasse in qualche modo a tentativi di “soluzione buona” dalle parti di Unicredit o di qualche altra banca con le spalle sufficientemente grosse. E dallo stomaco forte.
PS grazie al PUDE per l’aiuto!