politica

Cari amici e nemici dell’#AntiMattarellum: la legge elettorale perfetta non c’è

Mettetevi l’anima in pace: la legge elettorale perfetta non esiste. In un momento per me lieto perché una caterva di economisti da bar ha deciso di riciclarsi per un po’ come politologi da bar, riesco comunque a stupirmi perché non si dice con forza una verità banale, che sta alla base di ogni discussione sul tema: anche la legge elettorale è una coperta corta che -se copre i piedi- lascia scoperta la testa, e viceversa.

mattarellum_anti_mattarellum

Fuor di metafora: una legge elettorale che tende al proporzionale è capace di rappresentare in maniera abbastanza precisa la distribuzione delle posizioni ideologiche che sono presenti nel paese in un dato momento storico, cioè prende un punteggio alto in rappresentatività. Dall’altro lato questa stessa legge rischia di fare malissimo dal punto di vista della governabilità, cioè aumenta di molto la probabilità che si formi una maggioranza parlamentare basata sull’alleanza tra forze politiche diverse, che spesso non erano coalizzate durante le elezioni. Non solo: se questo governo di coalizione più o meno instabile non viene ritenuto soddisfacente dagli elettori alla fine della legislatura, chi è il vero colpevole da punire alle prossime elezioni non votandolo più? Quale dei partiti che fanno parte della coalizione?

Una legge elettorale che dà un premio di maggioranza al partito o alla coalizione che prende più voti degli altri tratta la corta coperta nella maniera sostanzialmente opposta: è buona dal punto di vista della governabilità e cattiva dal punto di vista della rappresentatività. Su un punto i fautori del cosiddetto Italicum avevano ragione: la presenza di un meccanismo maggioritario a livello della singola circoscrizione elettorale (cosiddetto sistema Westminster: vince il candidato che in ogni collegio prende almento un voto in più rispetto agli avversari) invece che dell’intero parlamento non garantisce la governabilità perché nulla assicura che questo meccanismo di definizione dei vincitori locali si traduca in una maggioranza coesa a livello complessivo, cioè dell’intero parlamento.

Ma la vera verità è un’altra: tutte queste discussioni diventano più complicate -e le coperte più corte- quando il sistema politico non è diviso in due partiti o coalizioni, ma almeno in tre, come nella nostra situazione attuale: centro-destra, centro-sinistra e MoVimento 5 Stelle. La rappresentatività di un sistema proporzionale pone il paese di fronte a un rischio forte di non governabilità o di instabilità, mentre un sistema elettorale con premio di maggioranza crea a forza la governabilità rischiando di lasciare sotto-rappresentati quasi due terzi dei votanti (caso brutalmente estremo: il partito X vince con il 34% e gli altri due partiti prendono il 33% a testa).

Dunque smettiamola: se il sistema politico è tripartito, perché continuate a fingere che la bambinesca coperta della legge elettorale sia un sontuoso piumone adatto per un letto king size?

 

PS: perché lo chiamo #AntiMattarellum e non Rosatellum bis? Perché la proposta di legge elettorale approvata dalla Camera e che ora deve passare al Senato ha una proporzione di seggi prescelti con il proporzionale e con il maggioritario opposta rispetto al cosiddetto Mattarellum (64% e 36% rispettivamente), cioè la legge elettorale di cui fu relatore nel 1993 Sergio Mattarella, e che si applicò alle elezioni politiche del 1994, 1996 e 2001.

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Un pensiero riguardo “Cari amici e nemici dell’#AntiMattarellum: la legge elettorale perfetta non c’è

  1. Non si può fare una legge elettorale con un risultato prestabilito, sì possono solo incentivare gli elettori. La governabilità è auspicabile, ma non è ottenibile in modo certo, e sicuramente non è compito solo della legge elettorale conseguirla.

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