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Il vero rischio per i nostri conti pubblici? L’influenza malefica dei #NoEuro Borghi e Bagnai su Salvini

Italia dopo le elezioni europee: purtroppo mi sembra di assistere a un film che ho già visto, ma in tonalità molto più fosche.

Quale film? Nei miei colloqui privati dell’estate scorsa -appena dopo l’arrivo del governo #GialloVerdeAnsia appoggiato da Lega e MoVimento 5 Stelle- il tema principale è stato quello della rilevanza dei #NoEuro Claudio Borghi e Alberto Bagnai come consiglieri economici di Salvini, rispetto a una linea di politica economica più sensata e ragionevole, rappresentata dal Ministro dell’Economia Tria, dal suo Sottosegretario Massimo Garavaglia e dal Sottosegretario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti. Chiamamole la linea BB e la linea TGG.

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Cercando di tradurre le mie valutazioni in probabilità soggettive, l’estate scorsa concludevo i miei colloqui riservati dando una probabilità del 65% circa al prevalere della linea sensata TGG, e un 35% alla linea irresponsabile BB.

Veniamo al dunque: a seguito del 34% ottenuto da Salvini e dalla Lega alle elezioni europee, l’influenza malefica di Borghi e Bagnai su Salvini -come fautori di una politica domandista basata sul deficit di bilancio e ultimamente golosa rispetto alla prospettiva di un’uscita dell’Italia dall’euro– risulta un fattore ancora più importante: è l’effetto leva dovuto al diverso peso dei due partiti dentro la coalizione di governo.

Se ci pensate bene, è un meccanismo paragonabile alle scatole cinesi nei rapporti tra società controllante e società controllata: se la società “Lega” prende il controllo della società “Governo” a discapito della società “Grillolandia” che prima deteneva la maggioranza assoluta, diventa ancora più rilevante capire chi controlla la società “Lega”.

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Il fatto è che ora -a livello di consenso elettorale- Salvini vale il doppio di Di Maio, ovvero le proporzioni si sono ribaltate rispetto all’esito delle elezioni politiche del 2018.

Facciamo i calcoli precisi.

Alle politiche del 2018 la Lega alla Camera prese il 17,37%, mentre i grillini presero il 32,66%: dunque la proporzione dei voti alla Lega dentro alla maggioranza di governo valeva il 34,7%.  Alle europee di domenica scorsa la Lega ha ottenuto il 34,3%, mentre i grillini hanno ottenuto  il 17,1%: dunque la proporzione dei voti alla Lega dentro la coalizione oggi vale il 66,7%, ovvero 1,92 volte la proporzione precedente.

Vado a bomba: nella misura in cui la Lega è un partito monocratico comandato da Salvini, il tema di chi lo consiglia e gli detta la linea su temi economici e di finanza pubblica ha un peso quasi doppio rispetto all’estate 2018. Chi prevarrà? La linea TGG oppure la linea BB?

Purtroppo, le ultime irresponsabili dichiarazioni di Salvini dopo le elezioni europee sull’aumentare il deficit fregandosene delle regole europee e soprattutto della reazione dei mercati finanziari fanno pensare che l’influenza della malefica linea BB sia aumentata in maniera sensibile, rispetto alla linea responsabile TGG.

 

E -ricordiamocelo- stiamo parlando dell’influenza su un Salvini che ora vale il doppio nella società controllata chiamata “Governo”. Se non si pone rapidamente un freno a questo meccanismo di influenza della linea BB, le tentazioni a favore di eurexit e di una miracolosa spesa in deficit potrebbero fare molto male ai nostri conti pubblici, perché investitori e risparmiatori temono con preoccupazione crescente i due rischi di insolvenza e di ridenominazione sui titoli di stato. Non c’è nessun complotto dell’élite mondialista anglosassone: investitori razionali badano a questi due rischi per ogni tipo di impiego di capitali.

Se il rischio di insolvenza dovrebbe essere un concetto chiaro (“il rischio di non ricevere indietro capitale ed interessi”) serve invece un piccolo chiarimento sul rischio di ridenominazione: si tratta del rischio di farsi ripagare la somma prestata (in questo caso allo stato italiano) in una valuta diversa (la nuova lira?) che vale meno dell’euro.

[Parentesi nerd ma non troppo: in un pezzo pubblicato su voxeu.org Daniel Gros mostrava come nell’estate scorsa il rischio di ridenominazione valesse circa la metà dell’incremento totale dello spread sui titoli di stato italiani rispetto ai bund tedeschi.]

Se Salvini non metterà presto in chiaro che la sua linea di politica economica NON è la malefica linea BB gli investitori terranno ben presente che ora Salvini vale il doppio di prima nella maggioranza di governo.

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E non è finita qui. Anche le condizioni macroeconomiche sono peggiorate rispetto al 2018: il tasso di crescita del PIL italiano ha rallentato nella seconda metà del 2018, ed è difficile che esso sia molto lontano dallo ZERO PERCENTO nel 2019. I fan del governo #GialloVerdeAnsia assai vanamente sperano negli effetti dei prepensionamenti di #Quota100 e del reddito di cittadinanza. Ecco: vorrei vedere in faccia vedere in faccia un economista davvero convinto che questi due provvedimenti malamente redistributivi e finanziati in deficit abbiano effetti di stimolo sul tasso di crescita del PIL.

[Seconda parentesi nerd: sto parlando degli effetti sul tasso di crescita del PIL, non sul livello del PIL. Sciocchini!]

Che cosa ci attende nei prossimi mesi? Che cosa dobbiamo monitorare? (prima che sia troppo tardi per la stabilità dei nostri conti pubblici)

1) le disponibilità di cassa presso il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze): queste disponibilità in particolare scendono se il Tesoro emette pochi titoli per paura di testarsi sui mercati finanziari.

2) lo spread sui titoli di stato italiani, e in particolare sulle scadenze brevi (BTP a 3 anni e titoli che per scadenza corrispondono a titoli a tasso fisso a due anni di scadenza).

Purtroppo le crisi finanziarie arrivano in maniera non lineare, ovvero con impennate nei rendimenti che non ci aspettavamo estrapolando dagli andamenti precedenti. E l’esito peggiore consiste in un’asta di titoli di stato che rimane parzialmente deserta: meno domanda per titoli di quanto offerto dal Tesoro. Come ben ricordato da Ugo Panizza oggi su Twitter, vale il famoso detto di Rudiger Dornbusch:

“Le crisi impiegano più tempo ad arrivare di quanto tu possa immaginare, ma -quando arrivano- succedono molto più velocemente di quanto tu possa immaginare.” (traduzione mia)

Per concludere: Salvini ha (poco) tempo per ritornare su posizioni più sensate, ma le sue responsabilità politiche ed economiche sono sempre più pesanti.

E quando il latte della credibilità viene versato da una crisi di sfiducia sui titoli di stato è molto difficile rimetterlo nella bottiglia dei nostri conti pubblici.

2 pensieri riguardo “Il vero rischio per i nostri conti pubblici? L’influenza malefica dei #NoEuro Borghi e Bagnai su Salvini

  1. Buongiorno, credo che molti italiani abbiano capito chi fa gli interessi dei paesi europei e chi fa invece gli interessi degli speculatori finanziari , che guarda caso hanno posti di grande prestigio nell’attuale Europa. Non c’è nessun complotto ..ma tanti ” uomini giusti nei posti giusti”. Eora di cambiare aria..grazie.

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